Cuore Spezzato, come guarire? 10 strategie efficaci - Trieste

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Cuore Spezzato, come guarire? 10 strategie efficaci

  • Dott. Giandomenico Bagatin

A un cuore in pezzi nessuno si avvicini senza l’alto privilegio di avere sofferto altrettanto.

Emily Dickinson

A volte capita nella vita.

Cuore spezzato Trieste

Subiamo qualcosa che ci "spezza il cuore".

Perdiamo qualcosa. Qualcuno. Veniamo traditi. Crolliamo. Anche se non l'avremmo mai detto.

È una metafora, certo. Non si tratta di attacchi cardiaci. Però... Però... A volte gli somigliano molto.

Nei momenti acuti di crisi esiste addirittura una casistica medica di sintomatologie simili all'infarto riferibili a cause psichiche:
Respiro corto, dolore al petto e persone preoccupate che si presentano al pronto soccorso.

Una vera e propria "Sindrome del Cuore Spezzato", anche se il sangue continua a scorrere regolarmente.

Questo può accadere ad esempio dopo la comunicazione a una persona della morte improvvisa del partner.
Ma anche in circostanze “oggettivamente” meno drammatiche, come il fallimento di un progetto lavorativo o la scoperta di un tradimento.

Cuore spezzato Trieste

Anche senza questi sintomi così forti le persone in questi casi riportano spesso il vissuto di una parte di sé che si rompe.

“Ho sentito in quel preciso momento che non sarei più tornato come prima”;

“è stato come se una parte di me che mi portavo dietro da quando sono nato fosse istantaneamente scomparsa per sempre”; “Un certo modo di intendere l’amore se ne era andato, e sapevo che non sarebbe più tornato”; “Il me bambino è morto in quel preciso istante”.

In termini tecnici, psicologici, stiamo parlando di sintomi di lutto traumatico.

Per un momento più o meno lungo, ma scioccante, la nostra mappa mentale del mondo e il mondo non corrispondono più.

Certo, sapevamo che poteva succedere con la mente, ma il cuore non era veramente preparato.
Il nostro cuore, la nostra mente profonda, deve riscrivere rapidamente una mappa del mondo usabile, a costo di essere grossolana.

Sono momenti in cui l’organismo non va molto per il sottile, ma usa psicoesplosivi e demolitori.

Se hai visto il film Disney-Pixar “Inside out” e ti ricordi le cosiddette isole della personalità della protagonista ti ricorderai che a un certo punto esse letteralmente crollano. E più avanti, dopo molto lavoro, vengono sostituite da altre.

È un bene, un fenomeno di crescita?

Su questo punto starei molto attento.

Non farei buddhismo da quattro soldi. L’affettività umana è fatta di attaccamenti, valori, esperienze e comportamenti che entrano a far parte della nostra stessa identità, di chi siamo. Le parole d’ordine nel trattare il cuore che si spezza dovrebbero essere tre:

  1. Rispetto
  2. Rispetto
  3. Rispetto

Il dolore è totalmente soggettivo.

Non è cosa da sminuire. Ne da sdrammatizzare con chi la sta passando, specie se non ci siamo passati a nostra volta.

Perché un cuore si spezza?

Dipende da molti fattori. Il momento di vita, il livello di stress, quanto tempo ed energia abbiamo dedicato a un progetto o a una relazione, a torto o a ragione, in modo intelligente o scioccamente.

I motivi più frequenti per cui il cuore si spezza sono lutti, l’essere lasciati o traditi (o entrambe le cose) dalle persone che amiamo, i fallimenti di grossi progetti e imprese personali, i trasferimenti (anche se scelti), il subire grosse frodi economiche e lesioni e deficit fisici permanenti.

Si può guarire un cuore spezzato?

Quando abbiamo il cuore spezzato queste frasi ci fanno unicamente l’effetto di farci sentire soli e incompresi.

E anche se da qualche parte immaginiamo che il dolore finirà (e non sempre è così) questo non è di nessuna consolazione.

Per il cervello antico il tempo non esiste.

Usare il concetto del “tra uno o due anni starai molto meglio” ha la stessa utilità che spiegare a un bambino di un anno e mezzo “la prossima settimana”. Insensato.

E nemmeno mi pare efficace il già citato “cheap buddhism”, il buddismo a buon mercato, che se soffri è perché non sei ancora un illuminato che si relaziona col mondo con cortese distacco.

Grazie tante, davvero di grande aiuto pratico. Che poi ne conoscete tanti di Buddha, pure tra quelli che predicano il non attaccamento?

Appunto.

In questi casi poi un’altra cosa che ci viene propinata sono le psicologiate sul narcisismo e le ferite infantili.

Cuore spezzato Trieste

Soffri per la ferita abbandonica di quando avevi 7 anni. Che poi può pure darsi eh, l’eco delle ferite antiche fa da amplificatore di quelle attuali e ci fa reagire ed agire con pattern disfunzionali agli eventi stressanti e/o drammatici.

Resta però il fatto inopinabile che se il cuore ama con passione e prende una botta forte proprio lì, fa un male boia.

E che a volte quella botta genera una vera e propria frattura che, sebbene psichica, si può proprio sentire.

Non è così raro che dopo che il cuore ci spezza anche il cuore fisico si ammali, anche gravemente.

Le persone muoiono dopo aver fallito con la loro azienda, dopo essere andate in pensione, dopo un’invalidità permanente, dopo essere stati lasciati dall’amore della vita.

Il cuore si spezza, con buona pace della psicologia positiva.

E con buona pace del non attaccamento (per inciso: l’attaccamento non è un “vezzo” di pochi esseri umani deboli, ma una precisa necessità biologica.)

Quello che cambia tra l’attaccamento infantile e quello adulto è la possibilità, spesso (ma non sempre), di cambiare l’oggetto di attaccamento.

No, non sempre esiste questa possibilità, nemmeno per gli adulti.

Due coniugi che si sono amati per 50 anni possono non sopravvivere uno senza l’altro. Chiamatela pure dipendenza, ma non mi convince.

Di solito è più un problema d’amore. E la faccenda si fa seria, perché l’amore è una cosa seria.

Poco può fare un atteggiamento da superiori, da santoni o da dottori.

Molto può fare invece una presenza autentica e partecipata, in prima persona, sporcandosi le mani. In certe situazioni sentirsi capiti e riconosciuti, dando dignità umana al dolore, è un raggio di luce nel buio.

E anche se non ripara (perché alcune volte il cuore non è riparabile) scalda parecchio.

In ogni caso, il cuore che si spezza non è un meccanismo da riparare, ma una delle esperienze topiche di una vita.

O ci si rimette in piedi, diversi da prima, come in una nuova vita (non necessariamente migliore)…
Oppure?
Ci si resta sotto.

Si muore.
Ci si ammala
O il cuore si atrofizza.

Di seguito ti propongo le strategie e gli atteggiamenti che uso e che funzionano nell'aiutare le persone che chiedono il mio aiuto (e me stesso) a guarire il cuore spezzato.

1. Non giudicare

È veramente una cosa così grave? La persona con il cuore spezzato è debole o forte, e cosa dovrebbe fare? Cosa faremmo noi al suo posto? Tutto sommato si può vivere di peggio? Irrilevante.
Il cuore spezzato ha necessità innanzitutto di sentirsi compreso nel suo essersi spezzato.
Fa male da morire. Punto.

2. Non dare consigli

Certo, esistono delle tecniche psicologiche efficaci per trattare lutti e traumi. Ma un approccio alla “Ora ti spiego cosa devi fare” rischia di far sentire la persona ancora più sola.

Col cuore spezzato all’inizio non si possono fare grandi cose, come non si possono correre i cento metri con una gamba rotta.

E l’unico risultato che otteniamo con i consigli è far sentire la persona impotente. “Vorrei fare come dici, ma non ce la faccio…”

3. Accogliere e comprendere

Cosa veramente utile è ascoltare e basta, con presenza, sospendendo il giudizio, con umana comprensione dell’umano dramma.

Un atteggiamento alla “Cazzo che botta. Mi dispiace davvero.” Non ha nulla a cha fare col pietismo. E se ci sei passato, lo sai bene.

4. Valorizzare l'amore

Cuore spezzato Trieste

Qualunque sia l’evento che ha generato l’esperienza di perdita e di dolore, aiuta chi l’ha subita a notare che dietro c’è stato un grande amore, una grande passione, una pienezza, una speranza, l’energia del desiderio.

E questo ha avuto valore in sé, nonostante il prezzo che ora si sta pagando. Certo, forse sapendolo uno l’avrebbe evitato.. ma tanto non si può sapere prima.

5. Far sfogare il dolore

Perdona il paragone schifido, ma il dolore è come il pus della ferita. Utile. A volte va sopportato, poi drenato, sfogato, pulito. Ci sono dei tempi.

Ma esprimere va bene. Non si può piangere per sempre. Ma un po’ di lacrime di quelle serie vanno versate. A esaurimento.

6. Riconoscere la protesta e accompagnare gentilmente verso la disperazione

Quando i tempi sono maturi, le persone vanno accompagnate da ciò che c’era e ciò che poteva essere a ciò che scelgono e ciò che sarà.

Con umanità ma anche con responsabilità.

7. Avere pazienza e non dare nulla per scontato: a volte non si guarisce

Lo spezzarsi del cuore non è una vera e propria psicopatologia; è più spesso un dramma esistenziale. L’esistenza ha dei drammi. Alcuni si reggono, altri no, altri richiedono anni. E a volte l’animo è cambiato per sempre, e bisogna semplicemente cominciare una nuova vita. Come quando ci si ustiona un pezzo di pelle. Lì non c’è più sensibilità, ed è possibile solo un recupero parziale. Il grosso del recupero avviene compensando con altre parti del corpo.

8. Capire la paura

Come detto, bandito il buddismo da bancarella. La paura di perdere le cose e le persone a cui siamo attaccati non è un fatto che ha esclusivamente a che fare con la forza o la debolezza. Ha a che fare con la sopravvivenza.

Tutti sono bravi a maneggiare la paura di perdere quando sono tranquilli e non stanno perdendo. Ma poi basta una minima attivazione dell’amigdala e crolliamo come birilli.
La paura della perdita è una delle paure più ancestrali.

9. Evitare i paragoni.

“Quella volta che è successo a me…”
Vade retro.

Si possono usare le proprie esperienze per far sentire una persona compresa o per scambiare a livello emotivo profondo, ma con la consapevolezza che dentro ognuno il dolore è unico.

10. Se sei uno psicologo dimenticatelo.

Il cuore che si spezza non è una malattia.
È espressione del miracolo dell’amore e della bellezza e insieme della crudeltà dell’esistenza.

Farci qualcosa è un lavoro artistico e artigianale da cocostruire nel tempo, facendo un viaggio insieme come esseri umani.

Si possono cercare gli introietti e le convinzioni negative su di sé legati allo spezzarsi del nostro cuore, curare le ferite e separare dolore e amore.

Ma non c’è un protocollo, rassegnati.
Va aggiustata ogni volta in modo diverso.

Andando e tornando più volte. Se una moglie è gelosa e chiede al marito perché l’ha tradita, può darsi che lo richieda dopo due anni anche in un buon momento quando tutto sembra superato. È un movimento psichico a pendolo.

Bonus: l’undicesima regola

Cuore spezzato Trieste

Il cuore non si ripara come si ripara una macchina.

La faccenda funziona un pò come funziona il Kintsugi giapponese. Se il vaso si rompe, invece di volerlo far tornare come prima, si riempiono le fratture con l’oro.

Diventa diverso, ma unico e prezioso.

Nessuno sceglie di essere ferito per crescere, evolvere, espandersi.

Forse non è nemmeno il modo migliore.

Ma come detto, a volte non abbiamo scelta.

Dott. Giandomenico Bagatin
Psicologo Psicoterapeuta - Trieste


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Dott. Giandomenico Bagatin Psicologo Psicoterapeuta Trieste
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Iscrizione Ordine degli Psicologi FVG 1650, anno 2007
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